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Daviso Montemagno: “La riapertura per un circo delle nostre dimensioni non esiste”

Circo Montemagno/Orfei, direttore Daviso: “Ritorneremo in Valle d’Aosta, in autunno, periodo del nostro riavvio”

AOSTA “La riapertura dei circhi equestriPer un circo delle nostre dimensioni non esiste”. Così afferma a Voxpublica Daviso Montemagno, contitolare e direttore del circo Montemagno/Moira Orfei, non dimostra né entusiasmo, né delusione. Il riavvio dell’attività circense, decretata dal governo Draghi, non coincide con la ripartenza della loro struttura.

Aspettiamo l’autunnoannuncia Daviso Montemagno a Voxpublica -. Ottobre, novembre sono i mesi in cui ci rimetteremo in moto, percorrendo l’Italia dalla Regione Lazio verso il Nord. Un riavvio che dovrebbe garantirci il successo a cui siamo abituati”. Aggiunge: “Ritorneremo in Valle d’Aosta, Regione che ci ha sempre accolto con grande entusiasmo, con lo slancio di chi ama il circo”.

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Le consistenti dimensioni di questa struttura circense, tra le più conosciute e apprezzate a livello europeo, non consentono di allestire l’imponente chapiteau con i numerosi ‘caravan’ al seguito, comprese le gabbie e i tendoni dedicati agli animali. I costi di gestione si rivelerebbero impari rispetto ai prevedibili incassi.

La nostra accoglienza è di 1.200 spettatori. La situazione sanitaria, seppure in netto miglioramento, ci consentirebbe di ricevere un massimo di cinquecento persone. Impensabilesottolinea Daviso Montemagno al quotidiano Voxpublica -. Ribadisco che le spese supererebbero gli introiti”.

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Espone, però, un problema che si sta rivelando uno scoglio insormontabile: “Non tutti i Comuni hanno piazze adibite ad accogliere gli spettacoli viaggiantispiega ai microfoni di Voxpublica -. Una grave lacuna rispetto a quanto sancisce la legge 337/68. Normativa in cui è definito l’obbligo dei Comuni di disporre di un’area riservata a questa tipologia di spettacoli. Sono una minoranza i Comuni provvisti di questi spazi. Roma dispone di un’area, dedicata, soltanto, a spettacoli di carattere nazionale e internazionale. A noi riconoscono come spettacolo viaggiante e, quindi, inidonei. Siamo di fronte ad una situazione paradossale”, sbotta Daviso Montemagno, elogiando la Regione Autonoma Valle d’Aosta allineata alla legge nazionale con l’area riservata agli spettacoli viaggianti, predisposta a Les Iles, di Quart.

La grande famiglia di questo circo, ampliata con l’ingresso di Stefano Orfei Nones, figlio degli indimenticabili Moira e Walter, si è avvalsa di uno staff di 300 dipendenti, fino al 2004; l’irruzione della crisi economica ha costretto i responsabili a ridurre la forza lavoro e, dalle abituali esibizioni in due, tre piazze a settimana, sono passati a stazionare due, tre settimane in un’unica piazza.

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La prolungata interruzione, causata dalla pandemia, ha imposto un altro ridimensionamento degli artisti. Sono rimasti alcuni lavoratori, perlopiù stranieri “a cui garantiamo vitto, alloggio e una ‘paghetta’ mensile. Ormai, fanno parte della nostra famiglia”.

Un nucleo in cui occupano posizioni privilegiate i numerosi ‘amici a quattro zampe’: nove felini, un elefante, l’ultimo rimasto dei sette, quindici cavalli, quattro cammelli, quattro lama e tre buoi dei Watussi, le famose mucche africane.

Al loro nutrimento pensa anche la Protezione civile, fornendoci quantitativi di carne, due volte alla settimana. La Caritas diocesana contribuisce ad aiutare i dipendenti rimasti con noi. Bravi ragazzi”, conclude al quotidiano Voxpublica Daviso Montemagno, direttore dell’omonimo circo, fermo a Latina, la città di residenza.

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