Circo Castellucci, le luci si accendono. Vi proponiamo questa poesia realizzata da “La Mosca del Mattino“:
Venghino signori venghino.
Le luci si accendono.
Venghino signori venghino.
Si alza il sipario.
Venghino signori venghino.
Lo sgranocchiare dei pop corn. Il clap clap degli applausi.
Venghino signori venghino.
L’equilibrista balla sul rullo, i birilli volano in cielo incorniciando il sorriso concentrato del giocoliere, il clown rapisce gli occhi dei bambini.
Venghino signori venghino.
L’artista vola sulla corda, la giovane atleta mostra la delicatezza della forza, la magia scatena l’ooooh sorpreso del pubblico.
Venghino signori venghino.
Cammina su una corda come fosse una passerella, volteggia tra lenzuola fluorescenti, l’ombra dondola sulle pareti del tendone, sembra il volo di Peter Pan.
Sotto un tendone giallo e blu si celebra il ritorno alla vita. Ai sorrisi allegri dei bambini, alla spensieratezza di un momento ritrovato. Il ritorno al lavoro per giovani artisti fermi da troppo tempo.
È solo un piccolo e talentuoso circo di provincia. Eppure per un attimo sembra che sia tutto il mondo ad applaudire gli artisti che si inchinano emozionati e felicemente stremati.
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