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Rony Roller Circus: non sparate sugli animali “che stanno bene”

Il Rony Roller Circus ha seguito il regolamento comunale, e gli animali sono parte della famiglia. Ma il fronte animalista in Comune ha detto no. Ora si va al Tar

Nel Libro della Giungla il piccolo Mowgli, bambino indifeso, viene allevato nella giungla dai lupi, rovesciando così il paradigma del lupo cattivo. Ma questa è una storia di fantasia. Nella realtà, invece, c’è un altro paradigma, stavolta al contrario, che vede i circensi dipinti come gente senza scrupoli, se non addirittura malavitosa, che maltratta gli animali costringendoli con le torture a far divertire il pubblico. Una descrizione che se nel primo Novecento aveva un qualche fondamento in alcuni casi specifici, oggi non ha ragione di esistere.
Di più. C’è un razzismo latente, alla faccia del politicamente corretto, che vede descritte le famiglie del circo come famiglie “zingare”, con l’accezione più negativa che si possa dare a questo termine.

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Ecco dunque che questo binomio, fasullo ma molto diffuso, fa alzare levate di scudi contro i circhi che si fermano nelle nostre città. No allo sfruttamento degli animali, si dice, e capita che arrivi – come a Fiumicino – la decisione di consentite lo spettacolo a condizione che non vengano usati animali (leggi qui). “E’ un’assurdità – spiegano dal circo, fatto da 20 famiglie tutte italiane, con una storia circense di generazioni alle spalle – per tanti motivi, sia legali che emotivi.

“Dal punto di vista legale – racconta Alberto Vassallo, direttore del circo – ci siamo attenuti in maniera precisa al regolamento comunale. Abbiamo comunicato il nostro arrivo fin da ottobre, abbiamo montato il tendone come da disposizioni, abbiamo aspettato l’arrivo dei veterinari della Asl che hanno dato il nulla osta all’utilizzo degli animali dopo aver visto come li trattiamo, dove vivono, come stanno di salute e come verranno utilizzati. Nonostante tutto sia in regola, il Comune ha fatto uscire una nota in cui ci vieta di fare spettacolo insieme ai nostri animali. Un atto d’imperio contro ogni regola, regole fissate dallo stesso Comune e utilizzate senza problema negli scorsi anni. Faremo ricorso al Tar, perché siamo nel giusto”.

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“Va specificato – aggiunge Alessia Dell’Acqua, responsabile rapporti con i media – che i nostri animali fanno solo cose che sono nella loro natura. Non vengono vestiti da pagliacci né saltano nel fuoco o altre cose che in qualche modo ledono la loro dignità, che per noi è sacra, o sono pericolose. Non solo, ma sono animali che vivono con noi da sempre, nati in cattività, incapaci – pur volendo – di essere reinseriti nelle savane. Per quanto possa sembra strano, i nostri leoni e i nostri elefanti sono animali domestici, abituati a stare con l’uomo. E vivono in spazi ampi”.

Molto più ampi, diciamo la verità, di certi appartamenti dove vivono molossoidi, cani maremmani o persino alani. “Fanno parte della nostra famiglia – spiega Lara Busnelli, relazioni esterne – sono cresciuti con noi e noi con loro. Ci sono alcune tigri molto anziane, che non hanno la forza di entrare in pista… Beh, le accudiamo come anziani di famiglia, le curiamo, le coccoliamo e lo faremo fino all’ultimo respiro. Non conta se non possono scendere in pista, sono parte di noi”.

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Il Rony Roller Circus è una struttura con licenza di circo equestre riconosciuta dal Governo Italiano, collabora con la Caritas, si esibisce davanti al Papa in Vaticano. Mille sono i controlli, anche etici, che hanno passato negli anni per ottenere questi accreditamenti. “E poi – spiegano – gli animali sono visibili giorno e notte, chiunque può farsi un’idea di come vengono accuditi. Trattiamo ogni esemplare, elefante o tigre o leone, come ciascun amante degli animali tratta il suo cane o gatto nella propria casa, con lo stesso amore”.

“Siamo molto dispiaciuti delle polemiche attuali innescate dalla decisione del Comune di Fiumicino – conclude Rony Vassallo, responsabile benessere degli animali – e ci fa ancor più specie che nei due anni di lockdown nei quali non abbiamo lavorato, nessun animalista si sia avvicinato per sapere come stessero gli animali, se soffrissero il fatto di stare fermi, se avessero bisogno di cibo stante il fermo degli spettacoli e dunque lo stop anche delle entrate economiche. Nessuno. A nessuno è importato nulla di capire che stessero quegli stessi animali che oggi si dice a gran voce di voler difendere, non si sa da cosa. Per fortuna tanta gente ha capito il nostro spirito, la nostra professionalità e il nostro amore, e ci sta chiedendo degli spettacoli. Che, ripetiamo, si faranno”.

Di Angelo Perfetti per ilfaroonline del 17/02/2022

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