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Passione più forte di ogni cosa, dieci giorni per salutare tutti. Enrico segue il circo

“Non conosco il mondo del circo e non so cosa aspettarmi, ma conoscendo te e quindi so che andrà bene”. Con queste parole un ingegnere palermitano, titolare di una nota azienda che realizza strutture in legno, ha salutato quasi incredulo il figlio che aveva deciso di lasciare tutto per seguire il circo. La madre, invece, non ci credeva molto: “tanto è una cosa momentanea, ben presto gli passerà”. Enrico l’ha smentita e ha fatto sul serio. Dopo il primo mese di lavoro durante la permanenza a Palermo del Circo Coliseum, ha ottenuto un ‘campino’ e si è messo al seguito della carovana. Prima tappa Alcamo dove ha debuttato come presentatore. Voce calda e forte quasi da dj, bella presenza in pista e pronuncia chiara. Così è cominciata la vita da circense per un ragazzo che non aveva alcuna radice in quel mondo: soltanto una passione infinita e quel ‘mal da segatura’ che gli covava nel cuore e nella testa.

Appena diplomato al liceo delle scienze umane, studente adesso di agroingegneria all’università di Palermo, Enrico sta dando vita a una di quelle storie che rendono il circo particolarmente romantico. Nessuna scelta per amore anzi il diciannovenne si è separato dai suoi amori, anche della sua ragazza, per abbracciare la vita circense: “Amore, affetto e amicizia sono sempre i sentimenti più forti. La distanza non potrà mai annullarli”, lo afferma senza tentennamenti e senza nostalgia il ragazzo palermitano. Dopo il primo sbigottimento da parte dei suoi cari, è stato sostenuto da tutti e questo gli ha dato la forza per andare avanti.

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Buona educazione ed umiltà gli hanno consentito di essere accolto dai titolari del circo con estrema disponibilità. Nella sua testa continuano a roteare palline e clave. Quando può si allena con determinazione perché in quel magico cerchio lui vuole entrarci da giocoliere. Deve ancora sudare, migliorare, imparare tanto. Enrico lo sa ed ha capito anche subito che la vita nel circo è una sorta di mutua e reciproca assistenza. Si fa di tutto, per sé, per gli altri, per gli animali. In poche settimane sfata anche i luoghi comuni strombazzati, a torto, dagli animalisti. “All’inizio ero molto scettico anch’io – ha detto – ma poi ho visto come vengono trattati, cosa mangiano e soprattutto dove sono tenuti. I ragazzi del circo li adorano, li coccolano e anche io mi sto già affezionando. Se degli animali pericolosissimi come le tigri fossero realmente trattati male, cosa li porterebbe ad ubbidire ad un solo domatore?”. Un teorema semplice ma forte cui però in tanti, per partito preso, non vogliono credere.

Sgobba, fatica, lavora in tante cose (anche la pulizia delle stalle e della gabbie delle belve), pure con il freddo pungente e sotto la pioggia. Per Enrico, come per tutti, il lavoro talvolta risulta pesante ma il circo, come e più degli altri spettacoli dal vivo, ha una ricetta ‘toccasana’: il calore della gente e gli applausi che ripagano tutti i sacrifici e la fatica. “Durante i primi giorni al circo ero un po’ scettico sul lavoro – racconta Enrico – ma con il tempo prendi il ritmo e ti piace sempre di più. Specialmente perché all’inizio non sapevo bene dove mettere le mani. Ero l’ultimo arrivato e dovevo capire. Certo di cose da comprendere ancora ne ho tantissime ma grazie all’occhio attento e disponibile di Arturo Curatola ed Eros Vinciguerra sto iniziando ad essere sempre più organizzato e a capire meglio cosa fare, sia in pista che al di fuori”. Il neo-circense è un ragazzo sveglio, di cultura elevata, che non si tira indietro di fronte alla fatica. Nonostante questo, come normale che sia, non sono mancati per lui i rimproveri e le forti sgridate: “Ma è normale, l’obiettivo principale è quello di lavorare in sinergia e poi ho ancora moltissime cosa da apprendere, che, sono certo, con il tempo e l’esperienza verranno da sole”.

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Dieci giorni per salutare tutti (papà, mamma, la sorella più piccola, gli amici e la ragazza) e per Enrico è cominciata l’avventura in quella che, da sempre, è stata la grande passione della sua vita. Studio, famiglia, sani principi ma nelle sue vene non è mai mancato lo spettacolo. Ha infatti studiato e lavorato con i teatri e l’ambito cinematografico e proprio dal suo amico e maestro, l’attore Rosario Terranova, che sempre gli parlava del circo e di quanto gli sarebbe piaciuto partire con una carovana circense, è stata amplificata la sua passione verso il tendone. Enrico nel 2020, a soli 16 anni, comincia a lavorare come animatore nei villaggi turistici e qui scopre l’attrazione per il fuoco e la giocoleria. Un incontro con clave e palline che ben presto si rivelerà la sua passione principale. Poi la scuola di circo con Valeria Cultrera, trapezista ed insegnante di acrobatica aerea (cerchio, tessuto, e trapezio) lo hanno fatto appassionare verso altri attrezzi ma la sua testa era sempre alla giocoleria.

E quando quel giorno, in centro a Palermo, gli arrivò fra le mani un volantino pubblicitario del Circo Coliseum, non ci pensò due volte. La sera andò a vedere lo spettacolo e si presentò agli artisti (tutti molto giovani come lui) chiedendo di poter dare loro una mano finché sarebbero stati nel capoluogo isolano. Da lì il passo fu breve: “Vengo con voi. Voglio lavorare e restare al circo”. C’è un campino libero che diventa il suo. Ci vive da solo e ogni sera, stanco ma soddisfatto, chiude gli occhi e sogna il circo. Perché lo ‘spettacolo più bello del mondo non stanca mai.

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Non sappiamo se Enrico rimarrà a lungo a vivere in carovana e nemmeno se farà soltanto il presentatore o diventerà un ottimo giocoliere. Ora come ora c’è soltanto una certezza. Ha avuto coraggio per correre ad abbracciare ciò che sognava fin da bambino. Intanto continua a conoscere gente nuova e i ragazzi del ‘Coliseum’ (il circo è da sempre un luogo di vera inclusione) sono diventati i suoi nuovi fratelli.

Di Pietro Messana (Passione Circo)

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