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L’immobile vita nei circhi senza tendone

Il Giornale di Sicilia. I circhi sono ormai fermi da mesi e vivono col sostegno delle associazioni caritatevoli, in attesa che il governo si ricordi di loro. In città ce ne sono quattro. Eppure la nascita di qualche animale da speranza.

Lentini ha un muso simpatico, è bianco e traballa ancora un pò; è un lama nato durante il lockdown e visto che il circo in quei giorni era a Lentini, ha preso il nome del posto. Adesso saltella accanto ai genitori nel recinto di fortuna del Circo Sandra Orfei, in Via dell’Olimpo: a poca distanza è allungato un ippopotamo abbastanza sfaticato, mentre la rara Ligre (incrocio tra un leone maschio ed una tigre femmina) dalla sua gabbia guarda dall’alto in basso un leone. Se chiedi a Francisco, il domatore, se gli animali hanno sofferto durante questi stop straordinari, lui ti rassicura, “lavorano con il loro domatore, magari un pò meno. Ma una bestia non soffre se continua a mangiare, e in un circo c’è una sola legge, vengono prima gli animali e poi gli artisti.

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Anche se sono tutti fermi da mesi: il primo lockdown ha chiuso i circhi nello stesso momento in cui ha serrato cinema e teatri. E loro si sono fermati, nei paesi o città in cui stavano andando in scena. A giugno un minimo di ripresa, qualcuno ha cambiato zona, ma ingressi contingentati e sanificazioni li hanno veramente messi in ginocchio.

In città in questo momento ci sono quattro circhi Sandra Orfei e Happy Circus in via dell’Olimpo, Circo Acquatico e Rinaldo Orfei al Forum. Poi Greca Orfei a Catania, Miranda Orfei a Messina e il Circo Acquatico Torres a Campobello di Licata.

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Tutti senza aiuto dal Governo perchè non hanno ricevuto ristori, ma soprattutto non sono nominati nel nuovo Dpcm che riapre teatri e cinema il 27 marzo, perchè la loro categoria è quella dello spettacolo viaggiante. Per far sentire la loro voce si riuniranno stamattina alle 10.30 di fronte Palazzo d’Orleans, ognuno con la propria montura – la famosa giubba rossa con gli alamari – capitanati dal clown bianco Marcello Marchetti, dal clown poetico Vlady Rossi e dal clown contemporaneo Angelo Patti.

“La comunità circense nell’isola chiede il suo diritto al lavoro – dice Marchetti referente per Circhi in Sicilia -. La parola circo sembra scomparsa da ogni decreto nazionale e regionale, chiediamo un’incontro per rivendicare la nostra esistenza, avere dei protocolli meno incerti per le riaperture; e di mantenere la promessa di ristori, fatta dal ministro Franceschini, che non siano briciole. Non possiamo vivere di assistenzialismo come avviene in questo momento da parte di Coldiretti, Migrantes e Caritas.” Che sono riuscite ad aiutare il circo soprattutto per quanto riguarda le razioni per gli animali.

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Ma qui è la vita ad essere radicalmente cambiata: la routine quotidiana, gli allenamenti, la storia stessa di famiglie mai stanziali, tutto si è ribaltato. Le roulotte -ogni gruppo familiare ha la sua, spesso un investimento molto costoso perchè diventa l’unica casa a disposizione – si sono ristrette nelle piazzole a disposizione, per lasciare più spazio agli animali. Che, ovviamente chiusi nei recinti che diventano gabbie di notte, hanno bisogno di muoversi il più possibile.

Il tendone non c’è, troppo pericoloso montarlo, e se si dovesse rovinare, sarebbe una spesa insostenibile: ma così gli acrobati non possono provare, e li vedi aggirarsi un pò spaesati” spiegano il vicedirettore Massimiliano Lauciello e il clown Angelo Patti. E indicano Nicholas Errani, un omone tutto muscoli cha ha appena vinto l’Oro a Latina al Festival Internazionale del Circo d’Italia, dove ha portato un numero strepitoso, al trapezio Washington.

“Dire che sono arrugginito è poco, il corpo si è rilassato, ho preso qualche chilo: chi me lo restituisce quest’anno?”; l’argento è andato invece a Sara Mateva, bulgara trapiantata in Sicilia che si esibisce con filo, Hula Hoop e tacchi a spillo.

I bambini vanno a scuola sul posto, la comunità – cinquanta astisti e cinquanta animali, fa capo alla famiglia Vassallo – paga per gli allacci di luce e acqua, per fortuna chi ha affittato lo spazio ha capito e ha aiutato. Un altro sostegno è arrivato dalla chiesa di Roccella: dove si scopre che padre Ugo è un affezionato fan dei circhi ed è riuscito a far arrivare avena e fieno per i cavalli.

DI SIMONETTA TROVATO

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