Fra una settimana compirà 47 anni, di cui più di un decennio trascorso in Sicilia. E’ divenuto indissolubile il legame fra Claudio Vassallo, cavallerizzo e addestratore, e la Trinacria. Entrò nell’isola, più di dieci anni fa, fra settembre e ottobre, periodo poco adatto perché tradizionalmente dedicato alla vendemmia. All’epoca gestiva il circo di famiglia assieme al fratello Franco, alla sorella Carmen e al cognato Enzo Bisbini. Forse non fu azzeccato il tempo ma, a cominciare dal Natale successivo, partì una lunghissima sequela di successi, di critica e di pubblico.
Le varie vicissitudini hanno poi portato di tre figli di Eugenio Vassallo a dividersi, ognuno per la sua strada, e Claudio ha portato avanti l’insegna Sandra Orfei, circo fin da subito contraddistintosi per eleganza e cura dei costumi, attenzione verso gli animali, capacità di trovare piazze nuove dove innalzare lo chapiteau. Tanti artisti hanno calcato la pista del suo complesso circense e tutti quanti ne hanno sempre apprezzato le sue capacità di direttore e di organizzatore infaticabile.
Lui e il staff, ultimo grande risultato, sono riusciti a riportare il circo ad Alcamo (TP) dopo cinque lunghi anni di assenza. manco c’è bisogno di dirlo: sono stati undici giorni di trionfi. Numeri da capogiro anche per la semplice visita allo zoo. Accanto a un grande uomo c’è sempre una grande donna. D’altro canto la figura femminile, nei circhi, ha sempre rappresentato un punto di riferimento, una sorta di roccia nei momenti difficili. Sara Mateva, moglie di Claudio, lo è stato.
Tantissime infatti le gioie in Sicilia ma anche dolori, alcuni indimenticabili. Claudio e Sara hanno sofferto assieme ma hanno saputo fare quadrato, lottare senza tirarsi indietro, rialzarsi. E così è stato anche in quel terribile novembre del 2015, quando tutto diventò nerissimo. Per non parlare quando un problema all’anca fece smettere di volare quell’angelo bianco (Sara) che, alle cinghie, aveva fatto sognare il pubblico al Festival di Latina. Niente più voli, niente più filo basso. secondo i sanitari l’equilibrista bulgara, vissuta da sempre in Italia, avrebbe dovuto smettere. Non avevano però fatto i conti con l’amore per il circo e lo scorso anno, sempre a Latina, la Mateva ottenne il ‘Latina d’Argento’. Un trionfo per il legame tra i ‘Sandra Orfei’ e la Sicilia. Dall’isola e dal quel circo partirono anche Nicholas Errani, meritatissimo ‘Latina d’Oro’, e lo strepitoso ‘Patti il Clown’.
Addestratore di belve feroci, di animali esotici, cavallerizzo, domatore, giocoliere a cavallo. Da circa un anno Claudio Vassallo non va più in gabbia, è andato in pensione assieme alle sue tigri, e si è affidato al bravo domatore Francisco Hernandez. Ha invece voluto trasmettere i segreti della giocoleria a cavallo, disciplina antichissima in via d’estinzione, al giovanissimo Antani Romanov e i risultati sono adeguati al connubio vincente con la Sicilia. Claudio, negli ultimi tempi, entra in pista soltanto per l’alta scuola di equitazione. Un numero che lascia basiti. possibile che un cavallo danzi come una persona? Il nero ‘Telepass’, un meraviglioso frisone olandese di sei anni, lo ha cresciuto lui. Fra i due c’è un’intesa come padre e figlio. Claudio resta in sella con schiena dritta e il sorriso stampato sul volto, Telepass segue le melodie spagnoleggianti che fanno da colonna sonora all’esibizione. Tutto è a tempo di musica e anche i leggeri sbuffi del frisone appaiono quasi ritmati.
Il circo ‘Sandra Orfei’ ha lasciato Alcamo per dirigersi verso Sciacca. E’ rimasta però quella scia di entusiasmo che ha fatto rinascere la passione degli alcamesi verso il ‘più grande spettacolo del mondo, battendo anche i sit-in quotidiani degli animalisti. Un terreno privato, scovato dallo staff di Claudio Vassallo, che potrebbe indicare la strada per altri complessi circensi. Ad Alcamo manca una piazza comunale per i circhi ma per fortuna la caparbietà dei circensi non si abbatte facilmente. E i commenti entusiastici degli alcamesi sulla pagina facebook del circo, parlano da soli. Intanto Claudio e Sara, oramai, sono più che ‘mezzi siciliani’.