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16 mesi di pandemia, il circo traballa ma non molla. L’impegno di Marchetti

Quasi un anno e mezzo in cui il circo, in Italia, ha rischiato di scomparire. Il settore ha traballato, ha rischiato il tracollo, è stato dimenticato dalle istituzioni ma è sopravvissuto. Artisti e direttori italiani, d’altro canto, hanno scritto pagine importanti in oltre 250 anni di circo, lo ‘spettacolo più bello del mondo’.


In questo triste baillamme in cui le aziende, quasi tutte, sono state costrette a raschiare il fondo del barile, alcuni si sono abbattuti, altri sono rimasti impietriti, altri ancora hanno invece reagito dopo un primo momento di angoscia. Il peggio è arrivato quando quei pochi giorni ipotizzati dal 7 marzo del 2020 sono diventati tantissimi e lunghissimi. In Sicilia, per fortuna, qualcuno ha provato a rimettere in moto sè stesso e a tessere ipotetiche azioni di sostegno. E’ il caso di Marcello Marchetti, all’epoca sotto contratto con il circo di Claudio Vassallo e poi passato con quello della famiglia Mavilla.

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Dopo una ventina di giorni mi sono reso conto, come tutti quanti,ha raccontato Marchetti che l’emergenza sarebbe continuata più del previsto e ho incominciato a chiedere agli amici locali se si potesse trovare qualche soluzione per aiutarci anche per le necessità dei nostri animali, Subito i siciliani e le associazioni private si sono date da fare per mobilitarsi e per aiutarci e, visto questo grande slancio, ho cercato tramite gli amici che avevo a Palermo, Trapani e Messina di aiutare tutti i circhi che si trovavano in terra di Sicilia”.


Una mano davvero forte e sicura l’ha offerta la chiesa, parte essenziale e fondamentale degli ingranaggi messisi in moto. “Ho un amico che si chiama Don Ugo di Marzo, parroco a Palermo, e anche se ci trovavamo a Caltanissetta ha ripreso Marcello Marchetti mi dice che non dovevo preoccuparmi perché la provvidenza ci aiuterà. Grazie a lui conobbi padre Alfonso Cammarata, il parroco della chiesa nissena affianco al circo, Un sacerdote serio, schietto, allegro, amante della vita che non ci ha fatto mancare nulla, né agli artisti e nemmeno agli animali, facendoci trascorrere una pasqua piena di fratellanza e di amore

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Il lockdown va avanti e lo Stato, avendo un apparato pesante non riesce ad aiutare i circhi in tempi rapidi, anche il mondo circense rientra fra quelli praticamente dimenticati dagli aiuti pubblici. A quel punto la ‘Provvidenza’ fa si che da un incontro scatti la molla che mette in movimento un’iniziativa poi replicata anche fuori dalla Sicilia. L’incontro con la Coldiretti. “Gli aiuti, costanti e sostanziosi, arrivano per tutti i circhi e non solo per il nostro fermo a Caltanissetta. Coldiretti da un lato e Chiesa dall’altro consentono che venga dato sostegno a tutti. Abbiamo fatto elenchi di anziani e di bambini, le fasce più deboli delle famiglie circensi, e tutte le esigenzeafferma Marchettisono state soddisfatte. Non finirò mai di ringraziare l’organizzazione agricola e la Chiesa”.


Dopo mesi di lockdown i circhi provano a ripartire ma il periodo non è dei migliori per lo spettacolo viaggiante. Alcuni complessi restano fermi, altri provano a rimettersi in moto senza fare follie dal punto di vista economico. A giugno, quindi, ripartono gli spettacoli ma un po’ dovunque si respirano diffidenza e incertezza. “L’ottimismo rappresenta però il vero senso della vitasostiene il clown biancoe si cerca anche una parvenza di normalità. Si vanno a pianificare le piazze, si va a lavorare in località balneari, l’affluenza non sempre è massiccia. Ci sono limitazioni da rispettarecontinua Marchettie lo facciamo felici al fine di programmare il Natale. Si preparano le piazze per il periodo natalizio, quello più importante per recuperare buoni incassi. Si fanno progetti, si fanno investimenti, fatichiamo molto durante l’estate per guardare al futuro”.

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Dietro l’angolo c’è però la batosta più pesante e ritorna lo stop causato nuovamente dal covid-19. “Il 25 ottobre arriva la notiziaracconta Marchetti. Dall’indomani avremmo dovuto nuovamente chiudere. Una desolazione totale. C’è una grande differenza tra il primo e il secondo lockdown spiega l’annunciatore circense -. Nel primo venivamo da una stagione meravigliosa e, bene o male, l’abbiamo attraversato con paura ma anche con un po’ di serenità economica. Il secondo è stata la nostra ecatombe. Nel frattempo io cambio direzione, lascio i Vassallo e vado a lavorare per Giuseppe Mavilla. Riprendo il mio impegno di non dimenticare nessuno e rimetto in piedi quello che era stato fatto nel primo lockdown. Coldiretti, sacerdoti, associazioni, comuni cittadini danno una mano decisiva e nel frattempocontinua Marchetti – riprendo le comunicazioni con lo Stato e con le regioni per chiedere concreti aiuti anche economici visto che i fondi dall’Europa arrivano e arriveranno apposta per l’emergenza covid-19”.


Arriva il primo Natale in Italia senza circo. Non era mai capitato prima. “Spettacoli pronti e troupe ingaggiate, strutture pronte e chapiteau innalzati. Il Natale 2020, per i circensi più ancora, è un Natale di silenzio. Un Natale senza luci, senza musica, senza allegria. Il nostro cuore piange e le nostre anime sono desolate”.
Con l’aiuto degli uomini della chiesa e con l’aiuto della Coldiretti e di tutti gli uomini di buona volontà è passato anche questo periodo bruttissimo per i circhi. Si apre anche una speranza per avere aiuti e sostegni. “Richieste vane di colloquio con il governo della Regione e così riprende Marchettiriesco ad organizzare, forse la per la prima volta nella storia del circo, una manifestazione fatta esclusivamente da uomini di circo. Uomini e donne a dimostrare davanti al palazzo del governo della Regione, a chiedere il ritorno alla normalità, a chiedere i nostri diritti e doveri. Un’esperienzaspiega ancora l’instancabile Marchettiche viene portata anche a livello nazionale tramite l’associazione FILIC che non è in contrasto con l’Ente Nazionale Circhi, ma due voci sono meglio di una. L’assessore Messina, dopo svariati contatti, ci fa una promessa. Ci avrebbe fatto rientrare in un decreto legge regionale per poter attingere dei fondi. Stiamo ancora aspettando, però sono fiducioso”.

Adesso i circhi si stanno preparando per la ripartenza, quella più importante, a ottobre per preparare il natale. Alcuni complessi in Sicilia, per la verità, si sono messi già all’opera ed hanno ricominciato gli spettacoli al chiuso e all’aperto. “Tante le domande fra noi circensi conclude Marchetti. Ma tu sei vaccinato? Fai il tampone? Come vi preparate? Vogliamo ritornare a fare la nostra vita, viaggiare camminare. La nostra vitaafferma Marchetti con grandissima schiettezza è litigare per le piazze. La nostra vita è anche battaglie per i manifesti ma pure, cosa più importante e che ci contraddistinguerà sempre, rallegrare il mondo con un sorriso. la nostra vita è il circo, luogo dove tutto è possibile, anche nei momenti più bui. Il circo rinasce sempre, perché fatto da uomini e donne che non si arrendono e che, per sbalordire in pista, riescono anche a superare ciò che la mente umana non riesce nemmeno a immaginare”.

Di Pietro Messana

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