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Imperial Royal Circus: “La nostra vita ruota attorno agli animali”

Molfetta. Alle proteste del comitato cittadino “No al Circo con gli animali” risponde l’addestratore Denny Montico, responsabile del benessere dei 31 esemplari dell’Imperial Royal Circus

L’Imperial Royal Circus ha aperto i battenti a Molfetta lo scorso 17 febbraio e il comitato cittadino “No al circo con gli animali” è tornato ribadire il proprio dissenso con il sit in pacifico di domenica scorsa. In risposta alle accuse sollevate durante la protesta, la replica di Danny Montico, addestratore e responsabile del benessere dei 31 esemplari al seguito dell’Imperial Royal Circus. Figlio d’arte, Montico è nato e cresciuto nell’ambiente circense, ha studiato e allo stesso tempo ha seguito le orme di suo padre, diventando uno tra i professionisti del settore più apprezzati d’Italia.

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«Ogni mattina quando mi sveglio il primo pensiero è per gli animali – riferisce Denny Montico – durante la giornata, con l’aiuto dei colleghi, mi prendo cura di loro e mi assicuro che stiano bene, che abbiano avuto la giusta razione di cibo, che siano stati ben puliti e che si mantengano puliti i loro stalli, che nessuno viva condizioni di stress. Ovviamente a vigilare sul benessere dei nostri animali non ci sono solo io, ma anche i veterinari della ASL del territorio che ci ospita. Proprio questa mattina siamo stati raggiunti dai medici del nucleo veterinario per un controllo, al termine del quale ci è stata rilasciata una relazione da cui si evince che gli animali stanno benissimo.

Detto questo, mi soffermerei a controbattere le accuse del comitato sul piano etico. Il paragone con la schiavitù umana ci offende: i nostri animali sono per noi compagni di vita, condividono con noi giornate, avventure e disavventure. A chi non è abituato a stare a stretto contatto con loro può capitare che alcuni comportamenti vengano erroneamente tradotti come esternazioni di sofferenza; il richiamo di un leone o di una tigre può sembrare un lamento, ma il più delle volte è una richiesta d’attenzione rivolta a noi che ci prendiamo cura di loro. I nostri animali sono nati in questo contesto, che rappresenta la loro normalità. Sono animali accuditi in tutto e, purtroppo o per fortuna a seconda dei casi, non hanno idea di cosa significhi andare a caccia o difendersi.

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Un famoso etologo, Alberto Simonetta, ha condotto un importante studio che dimostra come gli animali selvatici cresciuti in altri contesti, alla undicesima/dodicesima generazione non abbiano più memoria del loro istinto in natura. Figuriamoci che il circo in Italia possiede animali da oltre settanta generazioni, l’ultimo serraglio arrivato in Europa dal Sud Africa risale ai primi anni dell’800. Da allora, generazioni e generazioni di circensi si sono dedicate alla loro cura e al loro addestramento, che non avviene con lo “zuccherino” ma con un premio in cibo, un rinforzo positivo. Se non si comportano bene semplicemente non hanno nessun premio, ma non vengono assolutamente puniti e meno che mai percossi o maltrattati. Gli animali che io ho allevato e che curo ogni giorno mi amano quanto io amo loro, mi cercano e chiedono dimostrazioni di affetto.

Gli esercizi che compiono sono studiati in base alla loro anatomia, non sono forzature come invece si tenta di far sembrare pubblicando immagini vecchie, che non corrispondono più alla realtà. Attualmente vige un codice deontologico che impone il rispetto per la loro dignità e che noi rispettiamo alla lettera. È dagli anni novanta che tigri e leoni non attraversano cerchi infuocati, o che non si fanno più foto ricordo con i cuccioli, e siamo stati noi circensi ad eliminare queste forme di intrattenimento, proprio per non arrecare stress agli animali e non urtare la sensibilità degli spettatori.

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Non viviamo nell’oro, ma amiamo il nostro lavoro, che è la nostra vita e al centro della nostra vita ci sono gli animali. Noi siamo una grande comunità, di cui loro sono parte integrante, con tutti i pro e i contro che ne derivano dopo secoli di tradizione. Non pretendo di far cambiare idea a nessuno, ma vorrei invitare chi ci contesta a conoscere il nostro lavoro. Venite a trovarci – conclude Montico – anche fuori dagli orari degli spettacoli, passate un po’ di tempo con noi e con i nostri animali e vedrete quale armonia regna nei loro ambienti, che sono gabbie e recinti, certo, ma sono spazi adeguati e dotati di tutto quello di cui hanno bisogno».

Da molfetta.ilfatto.net del 24/02/2023

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