A Piazzale Cuoco, luogo storico per i circhi a Milano, sembra essere ritornati al passato, ai grandi complessi di una volta, a numeri importanti. Il Circo ‘Maya Orfei – Madagascar’, dopo consensi e sold-out a Torino per il Natale, sta proseguendo il successo anche nella città metropolitana di Milano. Arrivati al parcheggio si nota già il grande impatto: una lunga schiera di tir, una grande e variopinta biglietteria, la musica del cartoon Madagascar, un magnifico chapiteau a cupola da 36 metri con altezza massima di 13 metri, foyer, ampio bar con tavolini, scuderie per gli animali. In tutto la grande carovana, che fa davvero ritornare alla memoria le enormi cittadelle viaggianti degli anni ’70, ’80 e ’90, è composta da ben 45 mezzi pesanti, una ventina di operai, trenta artisti con famiglie al seguito, 70 animali di varie specie allocati in spazi grandissimi e confortevoli. Alcuni, come l’anziana elefantessa hanno anche l’aria calda, mentre la giraffa viene tutelata con un giubbottino.
L’eleganza interna allo chapiteau è di assoluto valore così come la scelta di avere a bordo pista un vero dj che accompagna, con le sue musiche, tutte le performances. Gran bella overture con un giovane corpo di ballo e quindi i sei meravigliosi frisoni di Daniel Martini. Incroci, cambi di senso, tutti in riga quasi telecomandati e con un’evidente dolcezza da parte dell’addestratore. Ancora cavalli con l’alta scuola di Tamara Bizzarro e la camminata su due zampe di un curatissimo cavallo bianco. Dai cavalli ad un antico ma sempre più raro numero aereo: la donna dai capelli d’acciaio. Evoluzioni della brasiliana Fernanda, anche trapezista volante, sostenuta ad altezze elevate dalla forza dei capelli.
La famiglia Martini-Gravagna, che gestisce il Circo Madagascar, è particolarmente numerosa e tanti sono i giovani rampolli che vanno in pista, Kimberly Martini è una di questi. Si cimenta con efficacia in una delle discipline classiche ma più difficili, quel verticalismo che coniuga forza fisica e sinuosità del corpo. Nel numero anche un po’ di contorsionismo. A questo punto, spettacolo nello spettacolo, Nathan Gravagna, 11 anni, recente vincitore del premio della critica al festival giovanile Italian Talent ed argento nella categoria under 16. Il piccolo artista ha messo assieme passaggi di diverse discipline dando vita ad un numero che, nel corso degli anni, potrebbe davvero brillare verso mete importanti. Grande varietà di numeri, di rilievo anche l’antipodismo con Frida Sambiase. A fare da intermezzo fra un numero e l’altro un clown che, fino a poco tempo fa era soltanto un grande acrobata, Maverik Piazza da alcuni mesi si sta cimentando in questo difficile ruolo e i risultati sono buoni. Repertorio fatto bene, alcune innovazioni e soprattutto quel sorriso e quella mimica facciale che al clown non devono mai mancare. Altro filo conduttore dello show la calda e competente voce di Dario De Felice, uno dei presentatori (o annunciatore come dicono i circensi) migliori del panorama italiano.
Sensuale e particolarmente elegante l’esibizione alla pertica di Victoria Ardisson. In una cupola così alta ed elegante non potevano mancare gli spericolati trapezisti volanti, una troupe brasiliana composta da un porteur e quattro agili. Perfetto e senza tentennamenti il triplo salto mortale e il doppio con avvitamento.
Tanti animali e tutti in splendide condizioni. Un spettacolo così completo, quindi, non poteva non avere la gabbia. Tigri e leone bianco affidati a Giorgio Piazza, oramai di casa nel complesso dei Gravagna-Martini. Da brividi lo scatto felino della tigre, a fine numero, che spinge l’addestratore (che l’aveva stuzzicata) fino alla gabbia, quasi aggredendolo. L’enorme belva, tutto d’un tratto, si mette poi su due zampe cominciando a camminare indietro attorno a se stessa.
Davvero da grandi festival l’esotico che apre il secondo tempo. Tantissime specie in pista sotto la guida di Massimiliano Martini, difficile contarle tutte. Dall’ippopotamo a una splendida giraffa, poi struzzi e lama, mucche scozzesi e yak, poi ancora zebre, cavallini pony, cammelli. Di tutto e di più, esemplari tutti curatissimi e tenuti a lucido. Altro pezzo forte dello show la performance alle cinghie aeree di Maverik Piazza, numero già applaudito e premiato a Latina al Festival del Circo d’Italia. Il fisico dell’artista, seppur non imponente in altezza, dimostra di essere davvero d’acciaio. Tante evoluzioni con un solo braccio e capacità di rimanere perfettamente immobile sia nelle verticali che nelle posizioni orizzontali. Non vedevo Maverik da Latina, nel 2020, ed è evidente come la sua esibizione continui a crescere. Lo show si conclude con un finale bello e ritmato dalle musiche del dj. Che dire, una rarità in Italia, spettacoli e complessi circensi di cotanto spessore e imponenza.
Di Pietro Messana